La Nostra Patrona
Il Santuario della Madonna di Porto Salvo di cui si ha notizia già nel 1202 cioè al tempo della quarta crociata, è uno dei luoghi più importanti per Lampedusa e sicuramente merita una visita.
La prima testimonianza storica è del 1569, quando lo scrittore Fazello raccontò di “una cappella consacrata a Maria in una grotta”.
Notizie molto più precise e minuziose le troviamo nella relazione che il governatore Bernardo Maria Sanvisente invia a Ferdinando II in quella parte in cui dice: “nel vallone della Madonna eravi una chiesetta con antichi abituri, una casa diroccata e diverse grotte.
Nella chiesetta, che trovai in meschino stato, eravi una statua della Vergine mutilata e gettata al suolo.
La feci restaurare e disposi che ogni 22 settembre si cantasse una messa onde solennizzare il giorno del restauro e del possesso dell’Isola avvenuto il 22 settembre 1843 quando con due piroscafi ed a nome del Governo Borbone, sbarcammo a Lampedusa.La chiesetta suddetta serviva dapprima a doppio uso.
Infatti al mio giungere nell’isola, all’ingresso c’era una stanza chiusa da un cancello e tutt’intorno alcuni sedili di pietra ed altre case all’uso della religione dei turchi. Questo locale serviva per glia arabi che transitavano per qua e desideravano fare le orazioni della loro religione.
Più in fondo, aperto il cancello, si presentava un secondo locale ove i fedeli che desideravano visitare la miracolosa immagine trovavano l’altare cristiano con sopra la Santa Vergine già mentovata”. La grotta quindi risultava essere divisa in chiesa cattolica e moschea maomettana.
Durante la seconda guerra mondiale però, il santuario venne distrutto da un bombardamento, lasciando indenne la statua della Madonna. Quel bombardamento non fece vittime e i lampedusani devoti, riconoscenti di ciò ricostruirono il Santuario. Particolarmente toccante è la festa che si celebra il 22 settembre di ogni anno in onore appunto della Madonna di Porto Salvo, in quanto la Sacra Effige (150 Kg di peso) viene portata a spalle da uomini devoti che con alte grida di “evviva” percorrono le vie del centro.
E proprio in un angolo di quel meraviglioso mare che circonda Lampedusa una madonnina continua dolcemente a proteggere la sua terra e la sua gente. Fu voluta e posta sul fondo dell’isola dei conigli da un noto fotografo subacqueo, Roberto Merlo, per gratificarsi con l’Isola e la sua gente che un giorno ormai lontano riuscì a salvarlo da una terribile embolia. Da allora tutti gli abitanti sembrano stringersi attorno a quella madonnina. Una madonnina a cui chiedere una vita migliore, una natura amica che non sappia vendicarsi, un mare che scateni il meno possibile la sua terribile e imprevedibile collera, continuando a mostrarsi generoso con una terra che di regali nella sua storia ne ha avuti ben pochi.